Biografia

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Nasce a Fontana Liri nel 1910. Muore a Marino Laziale nel 1998.

ANNI ’20

Inizia il suo apprendistato tecnico frequentando lo studio dello zio Domenico, fra i più noti scultori accademici del periodo. Partecipa ai corsi di disegno presso l’Accademia di San Marcello a Roma. Nel 1926 si trasferisce a Torino dove lavora per lo scultore Francesco Sassi e successivamente va “a bottega” nell’atelier di Michele Guerrisi, scultore accademico di notevole cultura e solida preparazione tecnica; qui affina il suo talento. Nella capitale sabauda conosce il pittore Luigi Spazzapan col quale stabilisce duraturi rapporti di amicizia, condividendo la sua visione artistica “aperta” e l’insofferenza nei confronti del “classicismo” di Casorati e del post-impressionismo del “Gruppo dei Sei di Torino”, all’epoca dominatori della scena pittorica cittadina. La sua prima opera importante è Deposizione del 1928.


ANNI ’30

In questi anni, la frequentazione dell’ambiente artistico torinese gli varrà l’amicizia con alcune fra le più importanti figure della vita culturale locale quali Guido Seborga, Maria Luisa Spaziani, Mattia Moreni, Ettore Sottsass junior, Martina Terzolo, Carlo Mollino, Lucia Sollazzo, Pietro Bargis. Nel 1930 vince il “Premio del Turismo” indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione, riconoscimento che gli apre le porte a mostre di livello nazionale ed europeo. Nel ‘31 inaugura la sua prima personale alla Galleria Genova di Genova. Dal 1933 espone regolarmente alle Sindacali nazionali e alle mostre organizzate dalla Promotrice di Belle Arti di Torino; una sua Figura di atleta induce Filippo De Pisis a scrivere: «Umberto Mastroianni è artista di grande talento, certo tra i migliori giovani d’Italia». Nel 1935 è invitato alla II Quadriennale di Roma, dove sarà presente per dieci edizioni della Rassegna fino al 1992. L’anno successivo partecipa alla Biennale di Venezia, dove tornerà nel 1938 con la soddisfazione di vedersi riservata un’intera sala.


48ANNI ’40

Ai primi anni ‘40 risalgono alcuni lavori pittorici che segnano un’importante evoluzione del suo modo di fare arte: si tratta di gessi, cartoni, sacchi colorati e raschiati in cui prendono forma figure geometriche, cromaticamente dense, “materiche”, cariche di espressività e tensione, dove la rappresentazione decanta in una sorta di antropomorfismo astratto. Gli anni del conflitto bellico, sono gli anni in cui ha modo di conoscere e frequentare alcune straordinarie personalità della cultura italiana, sulla cui amicizia e sostegno potrà contare nel tempo a venire: sono i poeti De Libero e Gatto, il musicologo Mila, gli storici dell’arte Ponente, Valsecchi, Argan, Venturi, il filosofo Abbagnano; anni che segnano indelebilmente la sua vita di uomo ed artista. Trae infatti in questi anni l’ispirazione per molte sue opere che realizzerà, opere che meriteranno la formulazione di “poetica della Resistenza”, riconosciutagli da Giulio Carlo Argan. Dopo la Liberazione partecipa con accentuato interesse alle rassegne promosse dall’Art Club e si fa interprete di una corrente di pensiero che propugna il superamento sovranazionale della cultura italiana secondo le indicazioni delle “avanguardie storiche”. In collaborazione con l’architetto Carlo Mollino, nel 1945 vince il concorso per il Monumento ai caduti per la libertà (1945/47): l’opera, di considerevole dimensione, verrà collocata 1947 nel Campo della Gloria del Cimitero Generale di Torino. Il 1947 è anche l’anno in cui con Luigi Spazzapan, Ettore Sottsass jr. e Mattia Moreni, dà vita al Premio Torino (che purtroppo non va oltre la prima edizione) «organizzato allo scopo preciso – secondo quanto scrive Marziano Bernardi in un articolo apparso sul quotidiano “La Stampa” – di raccogliere e fare conoscere le nuove correnti della pittura e della scultura, che vanno prendendo forma in Italia dalla fine della guerra».20131128_163906 Una mostra curata da Dino Formaggio e organizzata dalla Galleria “La Bussola” di Torino nel 1948, fornisce al “pirata” Mastroianni e al “bucaniere” Spazzapan l’occasione per rinfocolare la polemica che li oppone all’establishment culturale cittadino, colpevole, ai loro occhi, di avversare la “rivoluzionaria” visione dell’arte di cui si sentono portatori, e ciò nonostante i riconoscimenti internazionali che essa va riscuotendo.


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ANNI ’50

Nel 1951 tiene la sua prima mostra personale alla Galérie de France di Parigi di Gildo Caputo, unanimemente considerata la più importante in Europa. Jean Cassou, Leon Degand, Pierre Descargues, Frank Elgar prendono ad esaltare la qualità, la novità e il senso delle opere realizzate dal maestro di Fontana Liri. Nel 1953, Frank Elgar, nella presentazione scritta per il “Catalogo della Galleria d’Arte e Lettere”, si rende immediatamente conto della qualità della sua produzione e del suo significato.
43Dopo avere esposto ancora una volta nel ‘56 alla Galerie de France di Parigi, nel ‘57 accoglie l’invito di esporre al Palais des Beaux Arts di Bruxelles in una mostra presentata da A.M. Hammacher cui fa seguito la partecipazione ad una mostra organizzata al Rotterdasche Kunskring di Rotterdam. Ma è in Italia che Mastroianni ottiene uno dei riconoscimenti più significativi della sua straordinaria carriera artistica: viene insignito del Gran Premio Internazionale per la scultura alla XXIX Biennale di Venezia del ‘58 (con l’opera Battaglia del 1957). La sua fama di artista impegnato e innovatore scavalca l’oceano.

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ANNI ’60

La Kleeman Gallery di New York, nel 1960, ospita una sua grande personale presentata da Lionello Venturi al pubblico americano. Nello stesso anno l’artista espone al Dallas Museum of Fine Arts. L’arte di Mastroianni in questo periodo presenta lacerazioni, sfregi e corrosioni a testimonianza di un animo partecipe delle inquietudini dell’uomo contemporaneo di fronte alle tensioni epocali, ovvero, la sua volontà di urlare quanto nel profondo avvertito come imperativo morale: «che, non già “l’artificiale” (deve) trionfa(re) sul “naturale”, ma le forze autentiche dell’animo umano sulle forze della natura» (Argan). Nel 1961 l’Istituto Nazionale di Architettura organizza una mostra all’aperto delle sue sculture agli Horti Sallustiani di Roma, mostra conclusa con un dibattito a Palazzo Taverna, sede dell’Istituto presieduto da Bruno Zevi. Nello stesso anno, oltre alla titolarità della cattedra di scultura, assume la direzione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, responsabilità che conserverà fino al 1969. In quegli anni inizia a dedicarsi all’incisione: presso la Litografica Renzo Romero realizza le lastre con cui illustrerà il libro “Poeti Sovietici” (1964); a questa opera seguiranno, negli anni a venire, numerosi altri volumi illustrati e la produzione di importanti cartelle litografiche. In una mostra allestita alla galleria Cavourrina di Torino inaugurata il 17 gennaio 1963, unitamente a incisioni e bronzetti, espone lavori di oreficeria rivelando una versatilità artistica straordinaria. Alcuni lavori esposti in quella mostra (cartoni colorati, arazzi e sculture) verranno esposti l’anno successivo nella personale allestita alla Galleria Bonino di New York presentata da Nello Ponente. Nel ‘64, a conclusione di una travagliata vicenda concorsuale, il Comune di Cuneo gli commissiona l’esecuzione del Monumento alla Resistenza italiana (cm 200x180x130), opera “immensa” cui lavora per cinque anni. Il monumento viene inaugurato da Sandro Pertini il 7 settembre del 1969. «Il monumento di Cuneo, forse il più significativo della mia vita, mi costa cinque anni di lavoro, cinque anni esaltanti, faticosi, durissimi insieme all’architetto Enzo Venturelli. Di lotta con la materia e con l’opinione pubblica». Oggi il monumento, 350 mc di acciaio e bronzo, svetta sulla pianura tra pioppi ed erba. Sospeso tra cielo e terra, alto sopra un graticolato di ferro, è il primo grande monumento del XX secolo.

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ANNI ’70 

steingraber Nel 1970 lascia Torino per trasferirsi nel casino di caccia dei Principi Colonna, la sua splendida casa-museo di Marino Laziale. Lasciati gli incarichi bolognesi, prende a insegnare dapprima all’Accademia di Belle Arti di Napoli e successivamente in quella di Roma. Nel 1971 la città di Frosinone gli affida l’esecuzione del Monumento ai Caduti di tutte le guerre, portentosa opera in acciaio che sarà collocata nel 1977. Nel 1973 l’Accademia dei Lincei rende omaggio al suo magistero conferendogli il Premio Antonio Feltrinelli con la seguente motivazione: «Per l’elevata qualità inventiva e plastica della sua opera e per la rilevante incidenza che ha avuto nella storia della cultura italiana moderna e, in particolare per quello che può considerarsi il suo capolavoro, il Monumento alla Resistenza di Cuneo, sintesi di un potente impegno plastico e di alto significato civile». Due importanti rassegne antologiche vengono dedicate allo scultore rispettivamente dalla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino a cura di Aldo Passoni e Nello Ponente, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a cura di Palma Bucarelli nel 1974; Lorenza Trucchi scrive: «il 1974 è l’anno di Umberto Mastroianni».

cassinoNel 1976 il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris allestisce una personale che propone una panoramica su tutta l’attività scultorea svolta da Mastroianni. Nella presentazione alla mostra Jacques Lassaigne affronta le problematiche, non sempre di facile soluzione, che i curatori delle esposizioni dedicate all’Artista si ritrovano ad affrontare quando sono chiamati a insediare, in ambienti chiusi, sculture monumentali progettate per essere collocate in grandi spazi urbani. Dopo qualche tempo la città di Cassino gli conferisce l’incarico di progettare un Mausoleo della Pace, che sarà inaugurato nel 1987. Realizza quindi il Monumento alla Resistenza della città di Urbino, collocato nel 1980. Nella tarda primavera del 1977 Mastroianni viene invitato ad esporre alcune sue opere monumentali a Charleston, nell’ambito dell’edizione statunitense del “Festival dei due mondi”. Nel ‘79 è chiamato dal Teatro dell’Opera di Roma a realizzare la scenografia del “Coro dei Morti” su testo di Giacomo Leopardi e musica di Goffredo Petrassi, cui seguirà l’allestimento, in collaborazione con il coreografo Aurelio Millos, della scenografia e dei costumi per “L’Uccello di fuoco” di Igor Stravinskij. Sul finire del ‘79 e inizi ‘80 si realizza a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, curata da Argan e Brandi, una rassegna incentrata su un aspetto molto significativo della sua produzione, i “rilievi cromatici”.denver


ANNI ’80

99Nel 1980, a cura dell’architetto Francesco Moschini, viene allestita al Forte del Belvedere di Firenze una grandiosa antologica che espone per la prima volta la collezione delle sculture monumentali cui seguirà una mostra itinerante, che a partire dal 1983, toccherà varie città degli Stati Uniti. Si inaugura a Brescia una significativa esposizione intitolata “la memoria storica dell’arte” che raccoglie alcuni bozzetti in legno utilizzati dal Maestro per la realizzazione dei monumenti alla Resistenza, unitamente a disegni e rilievi policromi. Nello stesso anno è esposta al Teatro Sociale di Bergamo la serie completa dei Bassorilievi prodotti da Mastroianni nel periodo che va dal 1975 al 1983; la mostra sarà riproposta nel 1985 alla Galleria Editalia di Roma. Sempre nel 1984 la Galleria Art Curial di Parigi espone numerose sculture che esemplificano l’itinerario artistico del Maestro dal ‘42 all’anno corrente. Un altro importante riconoscimento al suo talento e al suo impegno civile gli viene conferito nel 1985 a Tokyo dove è insignito del “The 4th Henry Moore Grand Prize Exhibition the Utsukushigahara Open Air-Museum”. Nel 1987 Mastroianni dona allo Stato italiano 26 capolavori, costituenti il nucleo più importante della sua collezione personale, oggi conservate nella Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Le opere, per lo più di carattere “informale”, vengono esposte in una mostra allestita al San Michele a Ripa di Roma. Nell’anno successivo, si inaugura nella chiesa di San Lorenzo ad Aosta una retrospettiva che raccoglie, oltre ad altri significativi lavori, tutti i cartoni e la quasi totalità degli arazzi prodotti dall’Artista in collaborazione con l’Arazzeria Scassa di Asti. L’anno successivo nella capitale egiziana, Il Cairo, è proposta una rassegna della sua attività di scenografo. Nel gennaio-marzo del 1989 tiene alla Rotonda della Besana di Milano l’antologica intitolata “I materiali 1932-1988”, curata da Floriano de Santi. Ma la stagione dei premi e dei grandi riconoscimenti non è ancora terminata. Dopo avere ricevuto i premi Biancamano e la Ginestra d’oro del Conero, il 27 ottobre del 1989 è insignito a Tokyo del “Praemium Imperiale”, il più alto riconoscimento mondiale per le arti. Mastroianni venne premiato per la Sezione Scultura.

Mastro e Argan    83      1989-Tokyo_Premium Imperiale


ANNI ’90

nadim-lorenzo-mastroNei primi mesi del ‘90 si inaugura ad Arpino la Fondazione Umberto Mastroianni che raccoglie oltre cento opere tra sculture monumentali, bassorilievi, disegni e incisioni. Ancora nel ‘90, in giugno, è inaugurato a Poggibonsi un nuovo monumento resistenziale e nello stesso anno, in ottobre, al “The Hakone Open Air Museum” in Giappone si apre una vasta rassegna dal titolo “Dal Caos alla materia, dall’informe al Cosmos” e il Museo gli dedica una sala permanente. Nel dicembre dello stesso anno alla galleria Editalia di Roma si tiene la personale intitolata “Mastroianni: jute e vetri colorati” dove per la prima volta è possibile ammirare le opere in vetro realizzate in collaborazione con Claudio Grassetti. Nel 1991, a conferma della sua incredibile poliedricità artistica, il Maestro cura, su commissone del Gruppo Cassa di Risparmio di Roma, l’arredo della Sala Conferenze della nuova sede della Corte d’Appello di Roma. Nel luglio dello stesso anno Mastroianni ottiene la cittadinanza onoraria di Chiaravalle, cui segue la mostra organizzata dalla città di Torino che ha per titolo “Mastroianni nelle collezioni private piemontesi”. Nel 1992 s’inaugura ad Alessandria, nella Sala d’Arte di Palazzo Guasco, un’antologica di ori e argenti. Nel corso dello stesso anno si devono registrare altri tre avvenimenti di ragguardevole interesse: l’esposizione, durante l’estate, della scultura monumentale Belfagor davanti al Palazzo Ducale di Genova nell’ambito delle manifestazioni sulle “Colombiadi”; la collocazione della colossale scultura in bronzo Guerriero, sulla scalinata del Palazzo delle Esposizioni di Roma; il conferimento del “Premio Michelangelo”. Nel ’93, S.S. Giovanni Paolo II benedice l’inaugurazione del Monumento di Erice realizzato da Mastroianni su invito del Professor Antonino Zichichi, in occasione della visita alla Fondazione Ettore Majorana l’8 maggio 1993. Nel 1993, presso il Chiostro di San Giovanni in Laterano, in collaborazione con il Pio Sodalizio dei Piceni e Il Cigno GG Edizioni, viene organizzata una mostra di Arte Sacra: sono esposti una trentina di lavori tra sculture e opere su carta, datate dal 1928 ai primi anni ‘90.

cNel 1994 a Torino s’inaugura la Cancellata del Teatro Regio, Odissea Musicale, imponente insieme di fusioni in bronzo, lunga ventiquattro metri e alta quattro. La città, riconoscente per ciò che il Maestro le ha donato, gli conferisce la cittadinanza onoraria e, in quell’occasione, la Regione Piemonte istituisce il Premio Internazionale di Scultura, a lui dedicato. Nel 1995 viene collocato nella città di Cumiana un bassorilievo in bronzo a ricordo dei caduti nella Resistenza; nel prosieguo dell’anno, a Roma, nei Musei di San Salvatore in Lauro, si inaugura il Museo Donazione Umberto Mastroianni dove trovano dimora un centinaio di opere, dal periodo figurativo agli anni Novanta, si tratta della più importante collezione aperta al pubblico di Mastroianni. Lo scultore presiede (fino alla morte) il “Centro Studi” a lui dedicato e da lui fondato, operante appunto nei Musei di San Salvatore in Lauro. Il ‘95 è anche l’anno in cui, nella città di Cento, in onore a Guglielmo Marconi, è presentata la scultura monumentale Elettra e a Milano, nei giardini del Palazzo dell’Arte, in occasione della Triennale, vengono esposte tre sculture monumentali: Guerriero iniziata nel ‘70, Fantascienza del ‘71 e Macchina Sacrale dell’88. Nel 1996, chiusa la personale tenutasi alla “Borgogna” di Milano, viene inaugurata a Torino la rassegna “Mastroianni e la letteratura”, nell’ambito del Salone del Libro; a Marino Laziale viene inaugurata la scultura Ideogrammi e nel parco “Domus Salaria” in Cappadocia viene collocata la statua Belfagor. Nel 1997 è posizionata, nella zona di confine fra Italia e Francia, l’imponente statua di San Francesco, commissionata al Maestro nel 1994 dalla Società Traforo del Monte Bianco. Nel 1998 si inaugura la mostra veneziana dal titolo “Fragilità e forza: i vetri di Umberto Mastroianni” a cura di Giovanni Sarpellon, che espone la collezione completa delle sculture in vetro. 
Le sue spoglie mortali dimorano nel Cimitero di Carmagnola, accanto a quelle dell’amata sposa Ida, all’ombra di un Cristo di sua realizzazione titolato Cristo sulla croce.


Nel febbraio 2009 gli eredi donano l’Archivio cartaceo del Maestro alla Quadriennale di Roma – Fondazione. Il Fondo Mastroianni ottiene la dichiarazione di “notevole interesse storico” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, diventando consultabile dal pubblico.

Nel 2012 si è svolta l’ottava edizione del Premio Internazionale di Scultura della Regione Piemonte dedicata ad Umberto Mastroianni.

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