MOSTRE ED EVENTI
Da qualche anno ormai il Centro Studi, di concerto con la Casa Editrice “Il Cigno”
e in collaborazione con il Pio Sodalizio dei Piceni, organizza mostre personali e temporanee all’interno degli spazi del Museo permanente Umberto Mastroianni.

Umberto Mastroianni figure e astrazioni 1931-1996
Dalla produzione artistica dello scultore Umberto Mastroianni (1908-1998), realizzata in settant’anni di attività, sono state selezionate quasi sessanta tra sculture e cartoni che vengono esibiti in questa mostra. Queste opere non solo evidenziano l’«ostinata volontà dell’artista di creare uno scontro tra valori», ma la gridano a gran voce, forte e chiara.
Tutta la produzione di Mastroianni, dalle prime sculture figurative realizzate in bronzo negli anni Trenta fi no alla tarda scultura astratta eseguita in vetro policromo nella metà degli anni Novanta, inclusi gli oltre quaranta cartoni su cui iniziò a lavorare all’indomani della Seconda Guerra Mondiale (datati 1949-1992), riflette l’impegno dell’artista a perseguire il suo obiettivo di sempre: dare veste concreta a uno scontro tra valori. Il Classicismo e la tradizione figurativa degli anni Trenta e la sperimentazione astrattista del Dopoguerra da parte di Mastroianni risultano particolarmente affascinanti, ma le stesse esperienze le ritroviamo in altri grandi artisti del XX secolo come ad esempio Mondrian, Miró e Tanguy.
Victoria Noel-Johnson

Pietro Capone. Frammenti
Esistono tante possibili e differenti modalità di fruizione di un’opera d’arte, esiste un modo di vedere un’opera nel suo insieme e poi esiste una possibilità di concentrarsi sui particolari. Esattamente come la lettura di un testo, che ha sempre almeno un doppio movimento, uno la pagina nel suo contesto, l’altro riga per riga, dettaglio per dettaglio. Le opere di Capone non prevedono “un” occhio che costringe a “uno” sguardo, ma lasciano sempre aperte più scelte, più narrazioni, rendendo il visitatore il vero curatore, in una continua, attenta e fertile dispersione di lettura e di visione. Ogni opera di Capone è solo una delle possibilità storicamente offerte dalle condizioni di appartenenza a una tradizione, dalla distanza temporale, dal ruolo dell’interprete. Non cerca di imporre un modello, anzi resta una esperienza unica, che rifiuta la serialità della ripetizione riconoscendo l’importanza del porre e mantenere aperte delle possibilità
Paolo Serafini

Emanuele Antonelli. Dream prints
Di una superficie piana, enigmaticamente ricoperta di solo colore, della libertà che ogni volta la ispira e poi la segue, oggi risentiamo l’urgenza, la necessità, come fosse quella di un antidoto alle troppe immagini, allo sciocchezzaio universale, a questo grottesco imperativo di massa del mostrarsi, del farsi vedere, a quest’emorragia di figure che si riversa dappertutto. Da tutto ciò, dunque, astrarsi?
È questa la parola chiave.
Perciò, se nella mente di un critico d’arte affiorano – un termine che c’entra parecchio con questa mostra – e poi volteggiano immagini e parole, a loro piacimento spesso, adesso non chiedetemi il perché, né da quale deposito interiore e forse irreale mi sia tornato in mente il vecchio
Vasilij osservando, per la prima volta, dunque registrando ciò che mi dicono nel loro specifico e immediato accadere, i quadri di un giovane artista di oggi come Emanuele Antonelli, romano benché girovago,classe 1990.
Marco Di Capua

Presentazione del V Tomo del Catalogo Ragionato
TOMO V
Anno di pubblicazione 2023
176 pagine, illustrato
Schede a cura di: Cristina Bertoldini, Danilo Lugo, Paola Molinengo Costa
N.B. agli altri tomi già presenti togliere le voci “Crediti fotografici” e “Grafica”

Mauro Reggio. La mia Roma.
Nato a Roma nel 1971, l’artista Mauro Reggio è un romano autentico, in tutto e per tutto. Dopo anni di intenso studio e formazione artistica presso la prestigiosa Accademia delle Belle Arti della città, Roma rimane la casa di Reggio nonché il soggetto principale delle sue opere. Avendo vissuto e respirato la Città Eterna per oltre cinquant’anni, la selezione di 33 paesaggi urbani e dettagli architettonici e scultorei esposti nella presente mostra, Mauro Reggio. La mia Roma, trasmette la sua comprensione intima e il suo approccio poetico verso una vasta gamma di meraviglie strutturali di Roma che sono progressivamente apparse nel corso dei secoli, spaziando dall’antica Roma ai giorni nostri.
Victoria Noel-Jhonson

Ruber. Fabio Capoccia.
L’opera di Fabio Capoccia costituisce un genere originale molto complesso e coinvolgente. da quando sono entrata in contatto con la sua creativa evoluzione pittorica e ancor più dall’ultima produzione, mi sono resa conto che i suoi quadri sono la conferma del delinearsi di una nuova auspicabile corrente artistica. gli artisti come lui, decidono di dedicarsi alla pittura per necessità immanente. Sono gli artisti che in Italia e nel mondo hanno una nuova rinnovata vitalità espressiva, una consapevole resistenza pittorica tutta neoumanistica. Per questo potrei scrivere che, nonostante le pressioni dei neoliberismi imperanti che permeano il pensiero comune e le questioni geopolitiche e culturali che ci spingono da anni verso la rassegnazione e il nichilismo, artisti come Capoccia compiono un atto controcorrente di coraggio. Essi mostrano se stessi come esempio e difendono con la loro arte l’essenza imprescindibile dell’uomo, le cui spinte del contemporaneo sono il suo nascondimento e la definitiva consegna all’oblio di tutti i princìpi che nella complessità lo definiscono.
Paola Lo Sciuto

Evasioni. Julia Breiderhoff.
Il motivo iniziale, il colpo di pistola dello starter, per cui sono qui a scrivere dei quadri di Julia Breiderhoff è perché un giorno, anzi una sera, mi sono ri-trovato in una stanza, e su una delle pareti di quella stanza, in mezzo ad altri quadri, ce n’era uno dove erano rappresentate delle figure simili ad ombre, assiepate in uno spazio chiaro, denso, luminoso, e quelle ombre avevano un che di assorto e fluttuante, per cui mi sono detto che quel quadro era proprio bello, senza minimamente sapere chi l’avesse dipinto, senza sapere che quel quadro, che a me era piaciuto subito, a colpo d’occhio, lo aveva eseguito Julia. Questo, infatti, l’ho saputo un po’ dopo, quando me l’hanno presentata, perché io, in effetti, non conoscevo nemmeno Julia. […] I quadri di Julia Breiderhoff ci forniscono il pretesto di riconsiderare la pittura anche come fonte di narrazioni, di racconti personali e collettivi. Scorrere accanto alla vita, appuntandola, come in un diario: è il modo in cui l’arte rende l’esistenza non dico spiegabile, ma almeno sopportabile.
Marco Di Capua

Tatsiana Naumcic. Sfumature della mia anima.
Quando l’impronta di un Maestro è così evidente sui suoi allievi, si tende a pensare che questi ultimi non possano fare altro che imitarlo con risultati più o meno soddisfacenti. Che Tatsiana sia allieva non soltanto di Luciano Ventrone, ma anche della moglie (fotografa) Miranda Gibilisco salta agli occhi. È per certi versi una garanzia e il motivo per cui sia il Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni, sia la Casa Editrice Il Cigno hanno preso in esame le sue opere. Per altri però si assiste a un vero e proprio superamento (che non vuol dire intriso di un connotato migliorativo) dell’arte appresa. Basandosi su fotografie della Gibilisco, sia Ventrone sia Naumcic creano i propri quadri. Il dipinto ha una dignità e una luce così potente che seppur la fotografia è il dato da cui l’occhio vuole partire, la realizzazione su tela di quella visione crea un nuovo universo. Ventrone, giustamente, è rimasto ancorato a quelle della moglie.
Lorenzo Zichichi

Lucia Heffernan. Vacanze romane.
Dunque, eccola, la talentuosa pittrice di Taiwan, residente negli Stati Uniti, così esperta in corrispondenze, connessioni, analogie, un’altra Alice caduta in qualche tana di coniglio e riemersa qui, in Italia, in un paese delle meraviglie luminoso e sotterraneo, dove ogni stranezza è possibile, e cani, gatti, galli, uccellini, porcellini, topi, orsi, papere, conigli sono scritturati per interpretare questa buffa commedia piena zeppa di humour, personaggi mitologici e ruoli di film leggendari: la Dama con l’Ermellino, Venere, Zeus, Gregory Peck e Audrey Hepburn… […] Suppongo che il primo gesto di purificazione, di alleggerimento lo compia proprio Lucia Heffernan quando, immergendosi allegramente in queste sue microstorie, dipinge i suoi quadri con una perizia d’altri tempi, con un senso della precisione e un nitore smaltato quasi fiamminghi. Perché l’inverosimile, si sa, ha bisogno di essere rappresentato con esattezza, se no non vale.
Marco Di Capua